È successo in questi giorni: gli agenti hanno solidarizzato con i dipendenti pubblici e non solo, si sono seduti vicino a loro tra gli applausi. «Anche noi siamo penalizzati dai tagli, molte nostre famiglie lamentano una situazione drammatica». Il Governo è infuriato, valuta sanzioni e provvedimenti disciplinari
Alberto Di Vita
Poliziotti solidarizzano con i manifestanti a Madrid. Alcuni si sono tolti il casco e siedono insieme a loro
MADRID - Poliziotti a Madrid che si tolgono
il casco e solidarizzano con i manifestanti. Si siedono con loro,
parlano con loro, in aperto contrasto con i colleghi che in altra parte
della città reprimono duramente i manifestanti. Sembrano scene di
“combutta col nemico”, degne d’altri tempi, invece è accaduto in questi
giorni in Spagna. Gesti significativi, carichi di comprensione, da parte
degli agenti, per chi protesta e anzi ne condivide i destini, come speigano essi stessi.
Gesti silenziosi, ma sembrano dire molto: “Noi non siamo qui a
picchiare le brave persone, il nostro ruolo è reprimere il crimine, non
la genete onesta che lavora e viene penalizzata”. Una sorta di
“ammutinamento” – ma che in realtà tale non voleva essere – che ha fatto
infuriare il Governo.
Tutto è iniziato domenica, quando migliaia di dipendenti pubblici si
sono mobilitati, dandosi appuntamento dopo il calare del sole: così per
diverse ore il centro di Madrid è stato bloccato dalla protesta contro i
tagli del governo centrale che prevede, tra le altre cose, provvedimenti pesantissimi,
come la soppressione della tredicesima, la riduzione delle ferie e dei
permessi sindacali. Tra i manifestanti, c’erano insegnanti, operatori
sanitari, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione,
pompieri compresi.
PRIMO SGARRO: CORTEO NON PERMESSO - La marcia,
svoltasi senza il consenso delle autorità, è stata organizzata grazie ai
social network. L’intento degli organizzatori era di accamparsi davanti
al Parlamento spagnolo, ma le strade erano bloccate per cui la folla si
è radunata a “Plaza de Neptuno”. Poi hanno sfilato per alcune vie di
Madrid e, vista l’impossibilità di raggiungere il luogo prefissato, si
sono accampati di nuovo a “Plaza de Neptuno”.
Ed è qui che è avvenuto il fatto straordinario: l’approccio dei
manifestanti, così diverso da quello che ha generato gli scontri
violenti dei giorni scorsi; l’atmosfera festosa e pacifica ha suggerito
ad alcuni poliziotti di togliersi i caschi e accamparsi assieme ai
concittadini, tra gli applausi e le urla dei presenti. «Sì, possiamo» è stato il motto della serata, cantato sotto uno striscione con su scritto «Uniti si può»: tante le foto che stanno facendo il giro dei social network iberici.
ARRIVANO ANCHE GLI AGENTI FUORI SERVIZIO – Nel corso
delle ore, altri applausi per agenti fuori servizio e con cani al
guinzaglio che si sono aggiunti alla spicciolata. Finché, attorno alle
due del mattino, un centinaio di agenti antisommossa è arrivato per lo
sgombero e far riprendere normalmente il traffico. La partecipazione di
altre forze dell’ordine e il clima ha impedito qualunque incidente: la
manifestazione si è dispersa dopo qualche minuto di serena discussione.
Un fatto davvero insolito e che coinvolge lavoratori che, per natura e inclinazione, sono lontani da proteste e atteggiamenti eversivi, a dimostrazione dell’impopolarità del premier Mariano Rajoy dopo le misure anti-crisi. La carta dei diritti e dei doveri militari impedisce però ai militari di unirsi alle manifestazioni e la reazione del Governo e del Ministero degli Interni spagnolo non si è fatta attendere. L’agenzia di stampa Reuters, infatti, rende noto che si stanno valutando sanzioni e provvedimenti disciplinari, ascrivendo ai partecipanti i reati di ammutinamento e insubordinazione.
Un fatto davvero insolito e che coinvolge lavoratori che, per natura e inclinazione, sono lontani da proteste e atteggiamenti eversivi, a dimostrazione dell’impopolarità del premier Mariano Rajoy dopo le misure anti-crisi. La carta dei diritti e dei doveri militari impedisce però ai militari di unirsi alle manifestazioni e la reazione del Governo e del Ministero degli Interni spagnolo non si è fatta attendere. L’agenzia di stampa Reuters, infatti, rende noto che si stanno valutando sanzioni e provvedimenti disciplinari, ascrivendo ai partecipanti i reati di ammutinamento e insubordinazione.
«CI UNIAMO AI CITTADINI» - A seguito dell’accaduto,
lunedì i principali sindacati delle forze di sicurezza civili e militari
hanno espresso l’intenzione di assecondare le proteste e parteciparvi.
Il segretario della Asociación Unificada de Militares Españoles (AUME), Mariano Casado,
si è fatto portavoce del malessere dell’esercito per le misure adottate
dal Governo che «potrebbero portare molte famiglie a una situazione
veramente drammatica» e lanciato un monito: «Siamo stati pazienti,
tolleranti e solidali col Governo. Ma la nostra capacità di
sopportazione ha un limite». Ha poi aggiunto che si uniranno alle
proteste dei cittadini e che gli organi direttivi dell’associazione
valuteranno l’opportunità proteste specifiche, pur garantendo il «pieno
rispetto della legge».
Anche il Sindacato della Guardia Civile ha invitato ufficialmente i
facenti parte del corpo armato ad unirsi alle proteste, anche in forma
anonima. Esempio seguito dalla polizia municipale di Madrid, con la
protesta che si estende a macchia d’olio.
Come riporta El Paìs, ieri diverse centinaia di agenti di
polizia non in divisa, ma perfettamente riconoscibili per via dei
berretti blu e delle magliette sindacali, si sono uniti alle proteste di
Madrid. Alcuni di loro hanno accolto il Direttore Generale della
Polizia, Ignacio Cosidó Gutiérrez, a suon di fischi e
rumorosissime vuvuzelas prima di una cerimonia per la presentazione di
nuovi agenti, per poi tornare a protestare a mani alzate e al grido di
«dimissioni di Rajoy, mani in alto questa è una rapina».
AUMENTO DEGLI IMMIGRATI SPAGNOLI - La situazione
dell’economia spagnola desta preoccupazione per la tenuta dell’ordine
pubblico e non lascia molte speranze. Aumentano gli spagnoli che
decidono di emigrare, con un dato in crescendo del 44% rispetto al 2011,
circa 12mila persone in più rispetto al solito. Dopo tante proteste e
malcontento, arrivano gesti simbolici da parte delle istituzioni più
alte. Il re Juan Carlos e il principe Felice
si sono ridotti del 7% lo stipendio in linea con le misure di rigore
predisposte dal Governo: 21mila euro in meno per il re (percepirà
272mila euro circa) e 10mila per l’erede al trono (percepirà 141mila
euro). Su richiesta della stessa Casa Reale, il budget a disposizione
era già stato diminuito del 2% rispetto al 2011.
Sono gesti non sufficienti a fermare l’ondata di protesta e le
manifestazioni già programmate per giovedì, che non si fermeranno
neanche dopo l’annuncio del Ministro delle Finanze, Cristobal Montoro,
del ripristino della tredicesima natalizia per i dipendenti statali con
stipendi inferiori a 962 euro, per allentare una situazione di
esasperazione profonda.
http://www.ilvostro.it
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